Page:Labi 1998.djvu/27

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in quanto meccanismi di regolazione demografica».[24] Soprattutto nella prima parte di questo saggio nitido e molto istruttivo, Lorenzetti non si occupa tanto di emigrazione permanente quanto piuttosto della capacità che l’emigrazione stagionale aveva, nella prima metà dell’800, di fungere da perno della demografia di una valle ticinese, la Valmaggia, consentendo una forte crescita della popolazione attraverso comportamenti nuziali e riproduttivi che si staccano abbastanza nettamente da quelli rilevati in aree alpine in cui l’emigrazione aveva un peso economico meno importante. Ricorrendo alla classica e sempre produttiva tecnica della «ricostituzione delle famiglie», Lorenzetti articola con precisione demografica l’idea sostenuta in più sedi da Dionigi Albera e da Laurence Fontaine,[26] secondo la quale non è il sovrappopolamento che crea le emigrazioni quanto piuttosto le emigrazioni che creano il sovrappopolamento - o, se si vuole, il rischio di sovrappopolamento quando si producano crisi nelle economie esterne da cui un sistema montano locale economicamente aperto è venuto a dipendere attraverso l’emigrazione stagionale o temporanea. Non meno istruttiva è peraltro la seconda parte del saggio di Lorenzetti, che mostra come nella seconda metà dell’800 un drastico mutamento delle abitudini migratorie della Valmaggia - il passaggio da una forte emigrazione stagionale a una emigrazione transoceanica quasi sempre definitiva - abbia generato un processo di involuzione demografica che conferisce alla Valmaggia caratteri che a prima vista potrebbero essere scambiati per i tratti distintivi di un sistema omeostatico in sano equilibrio, mentre invece sono i segni di una crisi prodotta non da un sovrappopolamento bensì da uno spopolamento e dal collegato declino della produzione agricola e del prodotto marginale del lavoro.[26]


FATTORI SOCIO-STRUTTURALI


In uno studio pubblicato nello stesso volume in cui appare il saggio di Lorenzetti, Michael Anderson ha notato come la ricerca condotta nelle Alpi abbia fornito analisi particolarmente stimolanti dell’interazione tra migrazione e nuzialità come meccanismi regolatori delle demografie di aree agricole marginali europee.[27] Lo studio di Anderson, che prendendo le mosse da questi esempi alpini esplora le interazioni tra migrazione e nuzialità in Scozia tra il 1855 e il 1914, solleva due punti che mi sembra utile toccare, sia pure solo per rapidi accenni, a conclusione di questo mio contributo.

VIAZZO: MIGRAZIONE E MOBILITÀ IN AREA ALPINA
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