3 Ricordando il titolo del Convegno mi sembra opportuno rilevare che se mai c’è stato un popolo che ha saputo superare, aggirare o distruggere frontiere questo è stato il popolo delle Alpi, la cui incontenibile mobilità ha prodotto intensi flussi in ogni direzione, aiutato anche dalla peculiarità fisica del territorio, che consente di nascondersi facilmente e, contrariamente a quanto può pensare chi montanaro non è, offre molte vie di fuga, all’opposto di una piatta pianura, molto più adatta a strutture di confine difficilmente eludibili, perché tutto è inesorabilmente visibile.
4 Sul complesso intreccio interattivo dei vari elementi che determinano le diverse modalità migratorie v. Giovanni Levi, «Appunti sulle migrazioni», in: Bollettino di Demografia Storica, 19, 1993, p. 37.
5 Casimira Grandi, «Migrazioni femminili in un territorio montano. Riflessioni sul caso trentino (1870-1914)», in: Peter Deneley, Francesca Bocchi (éd.). Storia & Multimedia, Bologna 1994, pp. 299-300.
6 «Le donne cominciano la vita come figlie, vergini. Diventano sessualmente mature e lasciano la loro famiglia d’origine per un marito o un amante; diventano madri di figli [...] ciascuno di questi stadi del ciclo di vita scandisce] differenze importanti per il lavoro, lo status sociale e il potere delle donne», Louise A. Tilly, Joan W. Scott, Donne, lavoro e famiglia, Bari 1981, pp. 20-21.
7 Cfr. Barbara Hanawalt (éd.), Women and Work in pre-industrial Europe, Indiana 1986 e Atti della XXI Settimana di Studi F. Datini, Prato 1989, La donna nell’economia. Secoli XIII-XVIII.
8 Cfr. Dora Marucco, «L’emigrazione nelle indagini statistiche dell'Italia unita: il contributo di Luigi Bodio», in: Travail et migrations dans les Alpes françaises et italiennes. Actes du VII Colloque franco-italien d’histoire alpine, Grenoble 1982, pp. 80-81.
9 Giovanni Blumer, L’emigrazione italiana in Europa, Milano 1970, p. 40.
10 E. G. Ravenstain, «The Laws of Migrations», in: Journal of Statistica! Society, Vol. XLVIII, Part II, 1885, p. 196.
11 Alessandra Pescarolo, «Gender & History 1989-1994», in: Simonetta Soldani (ed.), «Il «genere» nella storiografia angloamericana», in: Passato e presente, 35,1995, pp. 155-156.
12 Paolo Sibilla, «Per un’antropologia dei fenomeni migratori: caratteri storico-culturali della mobilità e modelli di aggregazione sociale in alta Valsesia», in: Gladys Motta (ed.), «Ogni strumento è pane». L’emigrazione dei valsesiani nell’Ottocento, Borgosesia 1989, p. 63.
13 Michelle Zimbalist Rosaldo, Louise Lamphere (ed.),«Introduction»,in: ID., Woman, Culture and Society, Stanford 1974, p. 5.
14 Francesco Alberoni, «Le grandi migrazioni interne e la scomparsa della società conta¬ dina», in: Gino Germani (ed.), Urbanizzazione e modernizzazione: una prospettiva storica, Bologna 1975, p. 381.
15 Maurizio Gribaudi, «Movimenti migratori e mobilità sociale. Introduzione», in: Società Italiana di Demografia Storica-S. I. DE. S. - (ed.). Disuguaglianze: stratificazione e mobilità sociale nelle popolazioni italiane (dal sec. xiv agli inizi del secolo xx), Bologna 1997, p. 172.
16 Mi sembra opportuno riflettere brevemente sull’emigrazione delle balie, una figura molto diffusa in tutto l’arco alpino, che rappresenta una professione esclusivamente femminile per motivi fisiologici, in cui la donna, previo consenso del marito - se era sposata ... - vendeva il suo latte certamente per necessità finanziarie, ma non trascurando una sorta di «tariffa sociale» sulla base di una contrattazione che non escludeva i vantaggi di una scelta fatta anche per prestigio sociale ( Cfr. Giovanni Grevembroch, Gli abiti de veneziani di quasi ogni età con diligenza raccolti e dipinti nel secolo XVIII, (Biblioteca Civico Museo Correr Venezia, Gradenigo-Dolfin, ms. 49, sec. XVIII), ristampa Venezia 1981, vol. II, p. 155. Sullo stesso argomento per epoche successive v. Daniela Perco (ed.). Balie
da latte, Feltre (Belluno), 1984; Casimira Grandi, «L’assistenza all’infanzia abbandonata veneziana: i fantolini della pietade> ( 1346-1548)», in: Allen J. Grieco, Lucia Sandri (ed.). Ospedali e città, Firenze 1997, p. 76 e Luciana Gatti, «Mestieri e carriere artigiane. Pro-