Page:Labi 1998.djvu/199

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bilità sociale soprattutto perché sembrava dare voce al malcontento e ai risentimenti popolari contro il fiscalismo, l’elevato prezzo dei cereali e le prepotenze dei signori. Come il cárnico Giambattista Polo, ritenuto «consuetudinario pubblico contrabbandiere», ma anche «perturbator della común quiete» che nelle osterie e nelle fiere propagandava apertamente le sue idee, proclamando ripetutamente - annotò il giudice inquisitore - che «i sudditi quando vogliono tutti sono i padroni e che voleva bruciar tutto e andar in Francia a goder la Libertà».[24]

Dopo la caduta della Repubblica il contrabbando di tabacco continuò a sopravvivere, ormai circoscritto e ridimensionato da nuove e più efficienti strutture repressive. Rimasero ancora le frontiere, con i varchi e con le opportunità che potevano offrire a chi sapeva sfruttarli e superarli.


Note

1 Sulle problematiche relative alle definizioni di confine, elaborate da diverse prospettive disciplinari, vedi Raimondo Strassoldo, Temi di sociologia delle relazioni sociali. La società globale. Ecologia delle potenze. La teoria dei confini, Gorizia 1979, pp. 133-202.

2 Massimo Guidetti, Paul H. Stahl (ed.). Il sangue della terra. Comunità di villaggio e comunità familiari nell’Europa dell’800. Milano 1977, p. 21.

3 Louis Pergaud, La guerra dei bottoni. Trieste 1994.

4 Biblioteca Comunale di Udine, Difese criminali. Civili. Miste, ed altro di Francesco Duodo avvocato. Fondo principale, manoscritto n. 1084, c. 316.

5 Franz Kafka, Il castello. Milano 1991, p. 85.

6 Sull’organizzazione e sul particolarismo delle comunità di villaggio nei domini orientali della Repubblica di Venezia e nell’Europa danubiana, cfr. Furio Bianco, Le comunità di villaggio della Carnia (secoli XVII-XIX). Udine 1985; Idem, «Unfeudo benedettino nella montagna friulana in età moderna», in: Il feudo benedettino di Moggio (secoli XV-XVIII). Udine 1995; Henri H. Stahl, La comunità di villaggio. Tra feudalesimo e capitalismo nei Principati danubiani. Milano 1976.

7 Mario Rigoni Stern, Storia di Tònle. Torino 1978, p. 59.

8 Atti della Giunta per l’inchiesta agraria e sulle condizioni delle classi agricole, voi. IV, Roma 1882, p. 45.

9 Tomaso Garzoni, La piazza universale di tutte le professioni del mondo. Venezia 1587, p. 853.

10 Archivio di Stato di Venezia, Cinque savi alla mercanzia, serie seconda, b. 171.

11 Un quadro complessivo del contrabbando, in particolare del sale, agli inizi del secolo, in ibid.. Cinque savi alla mercanzia. Diversorum, b. 352 e ibid.. Cinque savi alla mercanzia, serie prima, b. 890.

12 Sul fenomeno del contrabbando nella Repubblica di Venezia, cfr. Pompeo Molmenti, «Il contrabbando sotto la Repubblica Veneta», in: Atti dell’I. Ist. di Scienze. Lettere ed Arti. LXXVI, parte seconda, pp. 977-1021; Egidio Rossini - Giovanni Zalin, Uomini, grani e contrabbandi sul Garda tra Quattrocento e Seicento. Verona 1985; Paolo Preto, «Il contrabbando e la frontiera: un progetto di ricerca», estratto da La frontiera da Stato a Nazione. Il caso Piemonte, pp. 311-327; Michela Dal Borgo, «Contrabbando e bande armate

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HISTOIRE DES ALPES - STORIA DELLE ALPI - GESCHICHTE DER ALPEN 1998/3