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venuto in località Vilesse presso Gradisca d’Isonzo, non lontano dal confine linguistico italo-sloveno, dove il 29 ed il 30 maggio 1915 l’esercito italiano uccise sei civili - dell’unico caso noto di decimazione della popolazione civile da parte dell’esercito italiano.

L’esodo dei profughi che dalle terre invase venivano portati in Italia, avveniva in tre fasi - l’evacuazione, le stazioni intermedie e l’arrivo a destinazione. Giunti in Italia, i profughi venivano suddivisi in quattro gruppi: i profughi, gli internati, i rimpatriati ed i fuorusciti. Gli Sloveni appartenevano alle prime due categorie. I profughi venivano anzitutto trasportati con treni speciali nelle stazioni di sosta, dove venivano vaccinati contro il colera e la dissenteria. Successivamente venivano inviati in gruppi nelle zone interne dell’Italia, in varie città italiane dal confine francese alla Sicilia ed alla Sardegna. Le famiglie ricevevano un sussidio giornaliero in denaro, alcuni profughi venivano impiegati in vari lavori pubblici o aiutavano i contadini del luogo nel lavoro nei campi. I profughi fecero ritorno dall’Italia in vari periodi; i primi poterono tornare a Brda dai luoghi più vicini dopo la caduta di Gorizia, i profughi dell’Alto Isontino che vivevano nel Breginjski kot tornarono dopo lotsfondamento di Kobarid, ma la maggioranza dei profughi fece ritorno alle proprie case solo nella primavera del 1919.

Le autorità austro-ungariche svuotarono i villaggi sloveni nei giorni che precedettero lo scoppio della guerra con l’Italia; il 22 maggio venne infatti emesso l’ordine di evacuazione dei villaggi ai margini dell’altipiano del Carso. Alla popolazione vennero concesse due ore di tempo per abbandonare le proprie case e salire sui treni speciali che l’avrebbe condotta nelFinterno della monarchia. Gli abitanti dell’alta valle dell’Isonzo dovettero lasciare le proprie case il 23 maggio. In un primo momento vennero portati solo fino a Trenta, Podkoren ed a Kranjska Gora, più tardi però vennero trasferiti nei campi profughi. Inizialmente le autorità austriache avevano considerato la possibilità di un’evacuazione più ampia e maggiormente organizzata del territorio circostante al futuro campo di battaglia, tuttavia causa il tentativo di riconquista della Galizia vennero a mancare soprattutto i mezzi di trasporto necessari al trasferimento dei profughi, dato che ovviamente tutte le forze venivano concentrate sul fronte orientale. E’probabile inoltre che il governo austro-ungarico avesse sperato fino all’ultimo di poter raggiungere un accordo con l’Italia e non desiderasse nel contempo assumersi la responsabilità di un gran numero di profughi, dopo la difficile esperienza con le centinaia di migliaia di profughi dalla Galizia. La tutela dei profughi di guerra venne

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HISTOIRE DES ALPES - STORIA DELLE ALPI - GESCHICHTE DER ALPEN 1997/2