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Page:Labi 1997.djvu/111

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formata da 15 divisioni, retta dal comando tedesco comandato dal generale Kraft von Dellmensingen, mentre i 100'000 soldati obbedivano agli ordini di Otto von Bellow. Per la Dodicesima battaglia dell’Isonzo erano stati preparati 423 battaglioni di soldati, 3300 cannoni, 672 lanciamine, 1000 granate di gas tossico, 1'500'000 granate d’artiglieria, 2’000’000 di razzi, 800 tonellate di esplosivi, 238’000 maschere antigas. I preparativi durarono quattro settimane durante le quali 3400 treni raggiunsero la linea di combattimento. Die Schlacht, ovvero der Durchbruch bei Tolmein und Flitsch - così i testi austro-tedeschi definiscono la Dodicesima offensiva dell’Isonzo - ovvero la disfatta di Caporetto (nei testi italiani), o ancora per altri semplicemente il miracolo di Kobarid ebbe inizio il 24 ottobre 1917 alle 2 del mattino, con il lancio di granate dal Rombon verso la parte meridionale della testa di ponte di Tolmin. Alle 8 e 10 minuti la fanteria austro-tedesca si lanciò all’attacco. L’attacco sferrato contemporaneamente sia nella valle dell’Isonzo che dalle cime dei monti riuscì a spezzare la difesa italiana, la quale riuscì a contrastare il nemico solamente sul monte Rombon, dove gli tenne testa fino al 28 ottobre. Entro questa data una parte della divisione Edelweiss raggiunse il confine austro-italiano che costituiva il primo fine strategico dell’offensiva. Grazie al successo riportato dalla XIV armata, la II armata dell’Isonzo, comandata dal generale Boroevič, potè sferrare l’offensiva sulla Banjška pianota e costringere gli Italiani ad arretrare oltre l’Isonzo. Il terzo giorno le pressioni vennero concentrate a sud-ovest, verso il confine di stato, e più tardi verso il Friuli. Il 27 ottobre Cadorna ordinò la ritirata e l’esercito italiano si spostò sul Tagliamento, ma nei giorni seguenti i soldati italiani fuggirono pure da questa nuova linea difensiva. Il 9 novembre gli Italiani riuscirono ad arrestare l’avanzata austro-tedesca ed a consolidare il nuovo fronte lungo il Piave. L’offensiva costò agli Italiani 700’000 soldati (morti, feriti, prigionieri o in fuga), mentre le forze austro-tedesche registrarono un numero di perdite dieci volte inferiore. La Dodicesima battaglia dell’Isonzo rappresentò il maggiore conflitto militare in terra slovena e la più grande battaglia di montagna nella storia di tutto il mondo e di tutti i tempi. I combattimenti sul fronte dell’Isonzo dal maggio del 1915 all’ottobre del 1917 costarono alle parti belligeranti circa 300’000 vittime ed un numero incalcolabile di dispersi, feriti e mutilati.

SVOLJSAK: LA PRIMA GUERRA MONDIALE
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