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Fig. 1: Manifesto per la raccolta di fondi in favore dei rimpatriati. Fonte: Archivio federale svizzero.



siva di oltre 250’000 franchi. Nel 1942 gli assistiti furono 2977 in parte aiutati grazie a delle campagne di raccolta di fondi. Il 1943 registrò un peggioramento delle possibilità di soccorrere i rimpatriati, poiché in quell’anno si contarono 2659 rimpatriati spogliati di tutto e bisognosi quindi di un tipo di aiuto più rapido e capillare, anche se molti avevano mantenuto dei beni nei paesi d’adozione e chiedevano solo un prestito fino al trasferimento dei loro averi. Al calo del 1944 con 2236 casi, seguì un rimpatrio di massa nel 1945 con 5006 persone che provocò un raddoppio dei costi[50] e un notevole aumento di lavoro da parte delle strutture di accoglienza. Per questo motivo furono indette delle nuove collette pubbliche.

Dal punto di vista della reintegrazione di questi emigranti nella loro stessa patria, la situazione cambiava soprattutto a seconda del contatto più o meno forte mantenuto con la madrepatria. In generale, coloro che tornarono all’inizio o durante la guerra avevano amici o parenti in Svizzera, mentre quelli rim- patriati dopo la guerra non avevano più contatti con il paese: alcune famiglie erano all’estero da più generazioni e avevano ormai acquisito altri costumi