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a Trento, sede del principato vescovile, per avviarvi una bottega, i due fratelli si avvalsero delle competenze maturate nel «negozio» di famiglia. Il legame stesso con la famiglia d’origine non venne reciso, tant’è che venne mantenuta la comunione patrimoniale con i fratelli Angelo e Francesco, rimasti al paese natio di Mori.[6]

Benché Trento non fosse particolarmente dinamica dal punto di vista commerciale, la sua collocazione lungo importanti vie di transito ne faceva un centro logistico di rilievo (fig. 1). L’Adige favoriva i collegamenti con Bolzano e Verona, che costituivano i principali centri di smistamento nei traffici tra l’Italia nord-orientale e l’Europa centro-settentrionale. Il trasporto terrestre delle mercanzie provenienti dall’emporio veneziano si avvaleva, inoltre, della via della Valsugana: qui, nel piccolo centro di Pergine, Valentino e Isidoro avviarono una bottega per la vendita di olio, sale, coloniali, ferramenta e una serie di altri prodotti, secondo una varietà merceologica analoga a quella della bottega di Trento. Il commercio di olio, importato dal lago di Garda e da Venezia e collocato sulle piazze di Merano e Bolzano e oltralpe, costituiva uno dei principali interessi dei Salvadori, che dagli anni Ottanta del Seicento iniziarono a frequentare regolarmente le fiere bolzanine.

Una prima scelta strategica, destinata ad incidere in termini rilevanti sulla redditività e sulla crescita dell’impresa, fu l’avvio, nel 1693, della produzione e del commercio di tabacco da fiuto. Ottenuto dalla lavorazione di foglie locali e soprattutto di importazione, il tabacco era destinato solo in piccola parte a soddisfare il fabbisogno dei consumatori trentini, e veniva spedito per lo più oltre i confini settentrionali del principato. A fronte dei considerevoli quantitativi inviati alle fiere di Bolzano e venduti ad operatori tirolesi, quantità più consistenti erano collocate oltralpe, nell’area compresa tra Zurigo, Francoforte, Lipsia e Praga.

Un business ancora più redditizio venne individuato, in seguito, nella lavorazione e nel commercio della seta. I Salvadori erano attivi da tempo nel comparto serico, attraverso la gestione di una filanda a Pergine e la compravendita di seta greggia, ma a partire dagli anni Quaranta del Settecento perseguirono una chiara strategia di integrazione verticale, entrando in possesso di due filatoi idraulici, l’uno a Calliano, villaggio del principato vescovile, e l’altro a Trento. La scelta dei Salvadori, che nel frattempo erano giunti alla seconda e terza generazione e avevano acquisito la cittadinanza trentina, si inseriva nel quadro di una generale espansione delle attività seriche nell’area trentinotirolese. Tra Sei e Settecento, la lavorazione della seta aveva conosciuto una

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Histoire des Alpes - Storia delle Alpi - Geschichte der Alpen 2009/14