Page:Labi 1998.djvu/204

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3. Dalla Carnia partivano due distinte correnti migratorie (Fig. 1). La prima, e più consistente (che coinvolgeva il 29,7% dei maschi adulti) proveniva dai villaggi dell’alto Gorto e della Valcalda, dalla valle del But sopra Randice, dal Canal d’Incaroio; il flusso era indirizzato in modo preponderante a nord, verso gli stati della corona asburgica e le regioni della bassa Germania (Bayern, Franken, Schwaben, Oberpfalz, Hessen, Württemberg); era costituita pressocché completamente da mercanti.

Costoro venivano chiamati cramars: caricavano la cranici («un armamento che portiamo sopra le spalle, nel quale portiamo le merci [...]») con «delle specierìe, de fustagni, delle telle[...]», «specie et altre robbe, ciò è fustagni et ogne sorte dimercantie di teile», «delle speciarìe et dei pani di seta [,..]».[6] Erano dunque mercanti di tele:panni grisi di fattura casalinga;passamanerie, cimosse, cinture, fustagni; sete veneziane: prodotti per i quali - malgrado l’alto livello di autosufficienza tessile che si riscontra durante l'Età Moderna in ogni paese - esisteva la possibilità di smercio, in ciò coadiuvata dalla volubilità delle mode e dal mutare del gusto.

Ed erano mercanti di spezie: riempivano le scatole ovali, i cassettini della crassigna, gli scomparti dei bauli con i quills di cannella, con nose macis e noci moscate, con chiodi di garofano interi o pestati, con semi di coriandolo ed olio essenziale di coriandro, con pepe e zenzero ... Queste spezie erano importanti per l’alimentazione, soprattutto là dove era necessario conservare per lungo periodo grandi quantità di derrate (non è casuale che molti cramari si stabilissero in piazzeforti, o in città con guarnigione militare); ed erano usatissime come medicamenti, per i blandissimi effetti farmacologici, ma soprattutto per le virtù quasi magiche che loro si attribuivano.[7] I cramari s’inserivano dunque, e sia pure a livello minimo, in quella lunga e lucrosa catena di scambi commerciali che partiva dall’Asia meridionale e sudorientale, transitava - insidiata dalle Compagnie portoghesi e, più tardi, olandesi - ad Alessandria, a Tripoli, ad Aleppo ed aveva il suo principale centro di immagazzinamento smistamento e ricarico a Venezia, da cui le spezie venivano diffuse valicando le Alpi nella Germania meridionale e centrale, via mare a Marsiglia ed in Francia. Nonostante il commercio atlantico e la concorrenza del porto di Antwerpen, Venezia mantenne il predominio commerciale delle spezie in Germania meridionale per buona parte dell’Età Moderna.[8]

I cramari di Gorto e della Valcalda si distinguevano per commerciare, oltre alle spezie, medicinali (ad esempio, i vari tipi di triaca o mitri dato); o materie

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HISTOIRE DES ALPES - STORIA DELLE ALPI - GESCHICHTE DER ALPEN 1998/3