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Page:Labi 1997.djvu/121

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dolina (Val canale; i comuni di Tarvisio e parte del comune di Podkloster - Arnoldstein) - ed il comune di Bela peč, parte del comune di Rateče e del distretto di Radovljica nella Kranjska con 8992 abitanti (ovvero 8224 abitanti).

Nel 1924, con il trattato di Roma, pure la città di Reka, fino ad allora indipendente, venne annessa all’Italia. Nessuno degli accordi stipulati tra l’Italia e la Jugoslavia prevedeva nè menzionava la questione delle minoranze slovena e croata in Italia, mentre la minoranza italiana in Dalmazia ottenne diritti particolari. Per queste ragioni il nuovo accordo, il cosiddetto accordo amichevole tra l’Italia e la Jugoslavia del 24 gennaio 1924, aprì nuove speranze. Durante le trattative vennero esaminate le questioni economiche legate alla minoranza, tuttavia non si giunse a risultati concreti. Le autorità centrali jugoslave non prestarono attenzione alla difficile posizione delle loro minoranze in Italia ed in cambio di rapporti amichevoli preferirono cedere alle pressioni del governo italiano.

Le convenzioni di Nettuno del luglio 1925 concedevano all’Italia il diritto all’affitto per un periodo di cinquant’anni dei territori dell’antica repubblica di Reka, mentre agli Sloveni ed ai Croati al di là del confine statale non assicurava in cambio alcun diritto minoritario. Benito Mussolini non rinnovò l’accordo amichevole, bensì nel 1929, prima ancora della sua scadenza, assunse un atteggiamento decisamente ostile nei confronti della Jugoslavia ed appoggiò i gruppi irredentistici. Verso la metà degli anni trenta si ebbe un lieve miglioramento nei rapporti fra i due stati; il 25 marzo 1937 il ministro degli esteri italiano Ciano ed il presidente del governo jugoslavo Stojadinovic stipularono un accordo politico e commerciale; nel corso dei colloqui vennero menzionate pure le minoranze slovena e croata in Italia, tuttavia le promesse di libertà culturale non vennero mai mantenute. La questione del confine occidentale ovvero dell’unificazione del territorio nazionale sloveno tornarono alla ribalta con l’attacco delle forze dell’Asse alla Jugoslavia (6 aprile 1941) e con l’occupazione e la divisione del territorio sloveno, azioni con le quali l’Italia annullò il trattato di Rapallo, infatti occupò la Notranjska, la maggior parte della Dolenjska e Ljubljana (4500 km quadrati, 330’000 abitanti).

Il movimento di resistenza sloveno ebbe dall’inizio quale fine primario il raggiungimento di una Slovenia Unificata. Il governo jugoslavo emigrato a Gerusalemme compilò già il 1 maggio 1941 il memorandum sulle richieste territoriali slovene e sui nuovi confini dello stato jugoslavo; in questo modo il governo in esilio poneva tra i propri obiettivi pure l’unione dei territori nei quali vivevano gli Jugoslavi (Sloveni e Croati). Nel frattempo in patria un

SVOLJSAK: LA PRIMA GUERRA MONDIALE
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