Canti popolari istriani/Vocalismo

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Canti popolari istriani/Vocalismo  (1905) 
by Antonio Ive

VOCALISMO[edit]

DEL DIALETTO DI ROVIGNO.


Il dialetto rovignese, oltre ai tratti che ha co¬ muni con altri parlari rustici del Veneto, offre particolarttà sue, degne di nota. Già l’illustre Ascoli, nell ’Archivio Glottologico it. (I, pagine 436*447), ebbe a metterne in luce parecchie.

Ora, siccome esso con le sue varietà di Orsera, Dignano, Galesano, Sissano, Fasana e Valle, viene dalla generalità considerato come avanzo di più diffusa parlata, ed è d’altronde il dialetto in cui mi furono dettati i canti qui annessi, ho creduto necessario, per agevolarne in qualche guisa la intelligenza, farvi precedere uno studio sul vo¬ calismo del medesimo 4 .

Il metodo, che ho tenuto in questo mio primo tentativo, è stato lo storico ; sono venuto cioè considerando il suono dialettale in relazione


1 Veramente si doveva dare qui Finterò spoglio fone¬ tico; ma ragioni tipografiche e d'altra natura mi co¬ strinsero a limitarmi, per ora, solo a questa prima parte.



col suo corrispondente latino e, qualche volta, veneto.

È inutile poi ch’io dica come, nella disposi¬ zione del materiale, fino alla grafìa, abbia seguito costantemente le orme di quegl’insigni romano- logi, che sono il Mussafia, I’Ascoli sullodato 4 ed il Flechia, chè andrebbe di gran lunga errato chi pretendesse, altrimenti facendo, giungere a buon porto. Lo ripeto: è un primo passo, che fo nel campo dialettologico, e forse parrà a taluni effetto di presunzione e tale da lasciar, molto a ridire.

Non ho pertanto che d’implorare, per questo mio ardire, l’indulgenza benevola dei dotti. Essi, che ben conoscono quanto sia difficile appro¬ priarsi quella quasi seconda natura, che è il metodo scientifico, scuseranno l’imperizia mia, e mi saranno, lo spero, larghi di compatimento.


VOCALI TONICHE.


.A..

/ /

1. L’a, lungo o breve, fuor di posizione o no, à, d pos resta intatto : scàia , céra, Ideo lago, dva ape; balàre, dundre, sta , stare, truvà trovare ; tdl ,

1 Citando Ascoli senz'altro, intendo sempre riferirmi ai suoi magistrali lavori nell' Archivio Glottologico, del quale coi nn. romm. accenno ai volumi singoli.


ndvo, gràni, rdmo rame e ramo, pds pace; -ada, -ata: ruzàda; salvàzi selvaggina; istà estate; sài, sussdl ( # sub sale?) famiglio, casa , mdh, cóvo capo; fa fare; canto , ladro*

2. Esempj romanzo-comuni di ef = a: gréx>o gr&vis ; e poi Ve = i in aligro allegro, me rìaligro mi rallegro , aligramento allegramente (dove è da prendersi per base alàcer ; cf. Ascoli, I 9, e num. 190 n.). Un i — è di provenienza analogica, si ha in divi davi, stivi stavi, laghivi lasciavi, ed, in generale, negli imperf. della l a . -drio. 3. -A'RIO, -A'RIA=-iér, -iéra (cfr. Ascoli, I p. 484): fuguliér focolajo, furniéra, calighiér cal- zolajo, giéra ghiaja, lumièra tomajo, graniér , mariniér (accanto a marinaro , dove la tonica s’ò conservata ed andò perduto H), puniér pollajo, piér* paria, iéra (area)aja; a cui si aggiungono: manièra mannaja, zaniér gennajo, sansiér *cen- suarius (sensale e specie di gambero), massiéra massaja, meluniéra poponajo. Per altro: &an- déra , fruntéra frontiera, Muntèro (nome proprio di un monte) * Mont’-ario-.

E.

é. Lunga. — 4. Per lo più riflessa per i ; quindi: a) -im — -EM: fimena femmina, simena, rimo remo, siine semi (propriam. dei poponi).

b ) ir = -ER : sira cera e sera (in comp. gier(i)sira, sta sira ier, sta-sera), gjira ciera (ven. giéra , friul. giére , mil. cera , piem. cera), viro vero, preìmavira, cirega chierica; 'vi (habère ed habètis) avere ed avete.



e) -i'i = -jg?L: erudii, /ìdtf, candita , ff/a,

«ite, a pilo (in comp., p. e. zetavilo galleggiare).

d ) -t' = -i?S.* fn> tre ; -iv = -i?P, 2?B; ’tn'm aveva, /Ywa faceva, si'wo sego (venez. sevo), divo devo; dibeto debito; -ivolo — -EBILIS: amuri- volo amorevole, fjivolo fievole, magnivolo maneg¬ gevole, dignivolo dignevole ; dibolo.

e) -ig — -EC: tiga thèca, butiga bottega apothéca.

f) -id, -i — -ET: sida seta, rida rete, mu- nida, asi aceto, aspri (fondo di mare ineguale) •aspretum, pari parete, albio 1 abete (venez. al- bèo). Sta solo: sacrito secreto.

g) Parimenti -is = -E(N)S — (Ascoli, I 19 n.): mis mese, pais paese, pis peso, prisa presa, spisa, cuntisa contesa, defisa; valis , frangis , angris inglese.

5. E finale dà et in mei , tei, me te; ma resta é in daparsé, di per sè, ed in sé.

6. Esempj di è che si conserva, quando sia se¬ guita da nasale : arén ( nome d’un frutice ), tarén, saréri, vanén veleno.

Breve. — 7. Di solito, rimane intatta: mél, fél, è béii, vén, tén, trémo, lézo leggo, névo (venez. nevó) nipote; zénero, leverò lepre.

8. Passa all’ incontro in ié : in fièro ferus, giéri heri, Dreio -vièr * vetere (nom. loc.); di- . sidiério, rimiédio, miérito, .diégima, siéguito ;


  • Per la spiegazione dei riflessi (non partite-, abtite-;

ma parèt-, ab et V. Ascoli, I, pag. 15 n.


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->• XXII -4-


ed in i: giri eri, palpire -i palpebre, gise *djéce, dieci (per il fenomeno cf. Ascoli, I 446); prigo prècor, nigo nego, erigo crepo, hrivo , livo , (detto del pane) fermentato, ti te lini ti levi sù, sorgi; tinero , rigula regola, midago , tivedo tepidus.

9. -eto — -EO in meio e deio, seppure in questi non è da riconoscersi un i di fase anteriore.

f

èpos. In posizione. — IO. Eguali riflessi deH’é (num. 7, 8). Quindi analogamente :

I. Arzénto , sarménto , feraménta , fruménto, - dénto, sènio, ténpo, sénpro, fèsta , inprèsto.

II. Tièrma termine, tiérno , inviérno, fièro ferro^ tiéra, giérba, siérvo, tiérzo, piérdo , scu - viérto, traviérsa (specie di grembiale; venez. tra¬ versa) , biéstia, siéte sette, lièto letto, despiéto , mìézo mezzo ( ma mizudei , mezareia ), viécio, priéssio prezzo; riésta restia.

11. -iél, -iéla— - ELLO , -ELLA. In una gran¬ dissima quantità di casi: Mèi-a, sturibièl (friul. stornali e stoibiel) stimolo, faviéla, curdièta, scu - dfo/a, pfoZ pelle, am'éJ, vilaniél , mantiél , castiél, usiély vassiél, capiél , gurviél (el) cervello (plur. : wsaf, vassdi, capdi , gurvai). Sporadicamente

= -ELL: stila. Indi: #2 est (cf. Ascoli, I 19 n.).

12. - it—-ECT : drito , pfoo petto. — Ed al . caso di $ = e siamo pure nelle formole ed

2£JV: foca esca, inisco adesco, manisco manesco; crisso cresco; intina antenna, pzna.

13. L’c passata in a: infanta tenta, per effetto della nasale che segue.


I.


Lungo. — 14 . Riprodotto costantemente con et ì.

(v. Prefaz.): feti, giriteli, letti, speìna; -et=-IRE: flre?i ferire, vigneti, zet (gire) andare, fugel. Indi: nell nido, pretino, cusetna, fadetga ; freisi frig¬ gere, fretgito allato a frido (* frijdo cf. Ascou, I 20,84 n., 174).

Breve. — 15. Di regola, conservato pur tale: pii ?. pelo, piro, nio neve, timo temo , frigo frego, rigivo ricevo, nigro, vido vedo, biro bevo, mio niti- dus, viro ' vitro-', pigula pece, pilvare (fem. plur.) ‘pipere-’. Indi: -Ì—-TDE-: fi{de) fede; si sete. Con lieve variazione in et, per effetto della palat., che gli sussegue, e nell’iato: sarvetsio, dei dì, vela, malincuneta, buseta, puiseie poesie (cf. Mo¬ rosi, in Archivio, IV 128).

16. Esempio comune di i in e: insénbro insieme (in-simul, ant.it. insembre ) con insénbra mescola.

In posizione. —17. Intatto: cavil capello, gila i pos. ella, famija famiglia, sumijo assomiglio, mara- ' vija, Usso lesso; -isc-: Frangisco, tudisco, frisco fresco ; pisco io pesco ; quisto questo ; - issa -o,

-itia-o: balissa, bianchisse,, avisso avvezzo. Indi drissa treccia; sicco-a; rida orecchia, parici, sicia, vandita, sfritto; litera; inoltre: dosino da senno, grispie crespe, gripia greppia, girco, virdo verde, Virgina; ed idim.: sunito, cavrito, sachita, ecc. E per ultimo s'cito , che ricorda lo schittu dei dialetti meridionali.

18 . Esempj di i mutatosi in e o ie, la maggior



parte di ragion comune, sarebbero: trénta , scu- méngia,maniéstra minestra, cànìestro canistrum, malèstro; indi léngua, depénzi , ténitf, inténzi in¬ tingere.


O.

/

d. Lungo. — 19. Riflesso costantemente per w: «ira, swJ solo, cunsulo consolo, matura,'dulur, surure soròre; ftur fiore, intentur, inpentùr, paramur per amore (cf. Ascoli, I 26 n.), mwra (frutto del rovo e del gelso) morum, pumo, doga, bug voce, nudo nodo, invuto voto; •órlo, -ùr, -ura , -ORIO, -ORIA : pasture pastoie, magna - rfwra mangiatoia, paladùra (specie di coltello ri¬ curvo per potare gli alberi, specialmente le viti, usato dai contadini) * palatoria?, cuvertùr co¬ pertoio, rasadur rasojo, baladur poggiuolo (* ba- latorium?).

20 . Di rado si ha ous = OS ; comunemente -us == -OSO : spagurus pauroso, smurfius, malizius , maragus amaro, nurbius brioso.

21 . iVO diventa nu: nùi noi, e nei proclitico niC non ; così l’o si fa u in cumù (friulano cumò ), quomo[do], — Qualche attinenza hanno fra loro nuóme e nuobile , coi quali è da porre insieme gluórie ( fem. plur. ), voci però queste punto popolari.

22 . Rimane inalterato in pochissimi casi (forse per effetto della nasale che segue): curóna, pa - réna , parsóna , parzón prigione, dòn , canjsdft* timóri, urazión, custión questione.


Breve. — 23. Conservato, per lo più dinanzi 5. a liquida, gutturale e labiale: ómo, bavaról , sòia solea, pajóla forfora, stóra stuoia, fora foras, sór soror, cór e córe, sono , bòri , tóma , lógo , zógo , movo muovo. Continua V o del neo-latino, in -ol = - EOLO : fiól , fazól , /ìra- efóoZ confratello, ninzól , tuvaiól , squararól (uomo di cantiere), i quali tutti hanno wof nel plurale.

24. Farebbero eccezione i seguenti, che rispon¬ dono per w : th?o da òvum (forma che, secondo FAscoli, I 27, è da prendersi a base romanzo-co¬ mune, in luogo del classico òvum); sbril volo, virila, erigo cuoco ; nrivo nuovo, prriva , róda ruota, mudo , irrisa, iniriri in nessun luogo (*in ni ora?), strùlego .

25. -uo- = -o: gnuóve novem, vuói volo, guó- mito vomito, puópelo , fuóbia e fuóiba , per attra¬ zione da *fovja (cf. àscoli, I 414 n., 535), paruóla (colFo secondario acc. a fardula) ed uópera con uópere istrumenti.

26. Non presentano dittongo : varóle vajuolo, el vói egli vuole, dól duole, pòi può.

In posizione. — 27. Riflesso costantemente ó pos. per uó: cuórno , duórmo dormo, cuórpo , miseri - cuórdia,puórta , suórte sorte, cunsuórte, fuórsi forse, suórba sorbum, fuórfe forbici ; puói possum, despuói dopo, fuóssa , nòdo , nuòto , uóto , scuógna conviene ( * convenit, scov’nit, sconnit, scofiit ; Mussafia , Beitrag zur Kunde der norditalienischen Mundarten im XV. Jahr -



hunderte. Wien, 1873, Separatabdruck aus dem XXII. Bande der Denkschriften der phil.-hist. Classe der K. Akademie der Wissenschaften, pag. 99 — 100).

28. Analogamente all’ 8, qui pure non iscarseg- giano i casi di u=ó di pos. lat. (cf.n.24), parti¬ colarmente dinanzi a R e M: usma orma, ugni otonis, atumo intorno; furma, murgolo enurbio morbido; surio , curto corte; insugno sogno, suno sonno, duna (in unione con mare madre, duna mare) donna, tussego tossico, cugnusso cognosco, coi quali son da mandarsi assieme : cùlpo colpo, custa constat egli costa, suta zoppa, tuca tocca, fiuco fiocco, ciù (* tjor) tórre.

29. Farebbero eccezione, in analogia al n. 23: fója foglia, vója , dója doglia, sfójo folium; còlio colgo, invólio involgo, tfrio, lóngo , cónga condimento, cóssa coscia.

30. Isolati quasi stanno: despoujo despolio, coùje coglia, ematico immolio ; couso e des- coùso cucio e discucio, seppure in questi non è già da prendersi in considerazione un u secondario.


TJ.

ù. Lungo. — 31. Di regola, riprodotto per où (suono parallelo ad et): oun-a , ouva uva, moùlo , poùliso , pioùn più, iuioun , cwmoM, loitna , faùma; -oùro y -a: cusidoùra,scrito'ura, misoùra , sigoùro ; souro sóvero (albero e n. di pesce); saloùte; •onda: bivoùda, ecc., spoMo, toàfo; -o#=-uto: boti avuto, vignoù venuto, pussìoù potuto; indi:


D

virtoù, palati palude, trattati egualmente. Qui va pure ricordato doùto, dotiti tutto -i, esempio di ù second. (V. Ascoli, I 36 n.).

Breve.—32. Conservato costantemente intatto: ù. mira (nurus) nuora, tela dove (cf. Ascoli, I 67), gùla, fùlaga, lùva , iùveno giovine, cùvo, crùs croce, dùìe doge, cùguma cucuma.

Con lieve mutamento in où : loùmaro numero, coùn (allato a curi) con, cougno cuneo, foùga, desloùbio diluvio, loùdro otre.

In posizione. — 33. Intatto: urna orna, ù pos. ùrso, ciilmo, cùltro (culter) coltello dell’aratro, sùlsa solco, piilvare (fem. plur.) polvere, pulpa, sùlfare (li) lo zolfo, turo torre, diro corro , fumo, ciirsa , fùrca , mùrca morchia ; tur goto e tùrbedo torbido (bell, torgola , venez. turgar tur¬ barsi) , sùrdo , fiisca, miisca, Agùsto , buca bocca, stùpa stoppa, iuta subtus, mésse nozze.

34. Riflesso per il volume où: remoùrcio ri- morchioy foulmino, poùlpito, cunsoulto, moucìo , poùpa poppa, angoùstia, ingioùstra industria, boùsto, gousto , loùsso, frouto frutto , utoùno.

35. Mutato in o: pónso pulsus, ónga, sónia axungia, fónzo fungo, ónto unctus, móndo.

Come esempj sporadici ci si presentano : cu- luóna (per cui vedi Morosi, in Archivio, IV 135), giuómo, tuórtura, cruóssula (venez. crossola).

Y.

36. Riflesso diversamente, nelle voci del tutto V- romanizzate. — Come il solito, per u : bùrsa.



tùrso , tùlio; —per uó in guóbo , gruóta; e, col dit¬ tongo té dell’e secondaria, siésto (Himót) sesto.