Bontà e bellezza di donna/26

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Bontà e bellezza di donna  (1905) 
by Antonio Ive

da Canti popolari istriani

26.


Bagassa biela, de zoùcaro inpastada,
Fata de foja de la calamelta;
La calamelta se telra cui fiero,
E chi ve guderà, ragasso bielo;
La calamelta se telra cu’ la lanza,
E chi ve goderà, biela speranza?
E siè speranza mela e un sul diselo,
Consumamento e velta del mio core,
Doùte le grazie, li rimeto a vui,
Cume la primavera fa’ el su’ fiure.
Var. v. 6, E chi ve goderà la meia speranza.

Var. venez. edita dal Dal Medico a pag. 132 e
dal Bernoni, Punt. X, pag. 10 :

Anema mia de zucaro impastada,
Fata de fogie de la camomila!
Ma de la camomila se fa l’ogio;
Più mal che ti me voi, più ben te vogio.


La similitudine della calamita è una delle più co¬
muni nella poesia popolare. V. la var. marchigiana,
voi. IV di q. Racc. a p. 47 ; e per la prima parte
parte del canto rov. il canto toscano, pubblicato dal
Tommasèo, voi. I, pag. 72:

Avete gli occhi neri, e sete bella,
A guisa d’un falcon che in alto mira.
Voi rilucete come chiara stella,
Come la calamita il ferro tira.
Al mondo non si vede la più bella,
C’è chi piange di voi e chi sospira.

E per la seconda parte il 7° degli stessi, a p. 58:

L’è nata la regina è nata Lei;
Nato il consumamento agli occhi miei.
L’è nata la regina, è nato il fiore,
Nato il consumamento a lo mio cuore.

Ed il 36° de’ canti popolari piceni editi dal Mar-
coaldi a pag. 106:

Avete gli occhi piccolini e arditi;
Dentro ci enno due torcie allumate.
Non en due torcie, ma due caiamite;
Lo mio core è de ferro e lo tirate.
Enno due caiamite con due torcie,
Lo mio core è de ferro e gli dai morte.

Cfr. anche la variante della provincia di Marit¬
tima e Campagna, edita dal Visconti a pag. 27.

Variante siciliana, nel Vigo a pag. 127:

Siti ’na palummedda senza feli,
Vui ca di tutti vi faciti amari;
Siti impastata di zuccaru e meli,
E cumpunuta di pasta riali;
Unni carpii tu l’acqua tratteni,
Ccussi ’ntratteni a mia ccu ssi to modi:
Quantu biddizzi cc’è sutta ’ssi veli!
Tu si’ stinnardu ed acula d’amtìri.