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Il lemmario

Da tutti i ca. 20.500 types (forme con ortografie diverse) contenuti nel corpus del VLL vol. I è stato distillato un lemmario di 4.796 capolemmi, che costituiscono il contenuto del volume.

Le parole da mettere a lemma sono state individuate secondo i seguenti criteri:

a) Parole ladine o usate come parole ladine. Sono perciò state escluse le parole contenute in pas-saggi volutamente in italiano o tedesco (o in altre lingue, per esempio in latino) di testi ladini; mentre invece sono stati accolti tutti i prestiti.

b) Parole passibili di variazione intraladina o tra il ladino e l’italiano e/o il tedesco. Sono perciò stati esclusi tutti i cognomi, ma inclusi gli antroponimi, i nomignoli e soprattutto i toponimi. L’inclusione di questi ultimi nel VLL è stata fatta anche per agevolare la comprensione dei testi stessi.

c) Parole formalmente identiche, ma appartenenti a categorie grammaticali diverse, vengono riu-nite sotto un unico capolemma. È il caso in particolare degli infiniti e dei participi dei verbi della prima e della quarta coniugazione ladina, identici sia nel Ladin Dolomitan che nel gad., fod. e amp. (per il grd. e il fas. va tenuto conto dei rapporti sistematici che intercorrono tra l’infinito e il participio della prima coniugazione: infinito grd. ­é o ­ë, participio ­à; fas. ­èr, participio ­é). Un capolemma come arfamé riunisce perciò le categorie grammaticali arfamé v.tr. ‘affamare / aushungern’, p.p. come agg. ‘affamato / hungrig, ausgehungert’ e p.p. come s. ‘affamato / Hun-gernder’. L’inclusione del p.p. come agg. è estesa anche ai verbi della seconda e terza categoria, dove l’identità formale a rigore non è data. Il capolemma morì ‘morire, perire / sterben, umkom-men’ raggruppa anche le forme p.p. come agg. mort, morc, morta, mortes ‘morto / tot, gestorben’. I p.p. come s. di verbi della seconda e terza coniugazione danno invece origine a un capolemma distinto, come nel caso di mort ‘morto / Toter, Verstorbener’.

d) Parole di genere diverso, ma riconducibili alla semplice mozione mediante ­a, danno origine a un unico capolemma (per esempio, le forme di mut ‘ragazzo, giovane, bambino, figlio / Jun-ge, Knabe, Kind, Sohn’ e muta ‘ragazza, giovane, bambina, figlia / Mädchen, Tochter’ sono ri-unite sotto mut). Qualora però la forma femminile abbia un significato particolare, scollega-to da quelli della forma maschile, essa forma un capolemma a parte. È il caso per esempio di vedla ‘spazzaforno / Ofenwisch’, il cui significato non è riconducibile alla semplice mozio-ne di vedl ‘anziano, vecchio / Alter, Greis’ in vedla ‘anziana, vecchia / Alte, Greisin’. Formano un capolemma a parte anche le parole femminili formate da morfemi diversi dalla mera ­a (per esempio conte ‘conte / Graf’ e contessa ‘contessa / Gräfin’, entrambi a lemma).

e) Parole con etimologie prossime diverse danno origine a capolemmi diversi. In particolare, è stata prestata molta cura alla distinzione tra parole ereditate e le diverse tipologie di prestiti. Gli equivalenti ladini per ‘staio / Scheffel, Star’ (per esempio) hanno dato origine a tre capolemmi diversi: sté (con le forme grd. fas. sté, amp. stei < SEXTĀRIUS), star (gad. col. star < dtir. e/o nord-ven. star) e ster (fod. ster < nordven. ster). La differenziazione etimologica è un principio fondamentale alla base della costituzione del lemmario del VLL. Perciò formano due capolemmi diversi anche tipi lessi-cali come soredl (gad. MdR sorëdl, grd. surëdl, fas. soreie) < *SOLICULUS da una parte e sorodl (fod. sorogle, amp. soroio) < *SOLUCULUS dall’altra, che normalmente vengono considerati cognati. f) Parole con la stessa etimologia danno origine a capolemmi diversi qualora la loro foneti-ca e/o funzione lo richieda. I pronomi personali vos ‘voi / ihr’ e ves ‘vi / euch’ risalgono entram-bi a VŌS, ma il loro differente impiego (tonico vs. atono) li ha differenziati foneticamente. Molti verbi originariamente cognati sono stati inseriti in ladino in classi di coniugazione diverse: anche